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Che brutti scherzi fa la vecchiaia!

Ieri, girovagando tra i tanti social network, mi imbatto in un titolo che mi incuriosisce: “Drin, baby, drin!” Prima di andare avanti con la lettura, il mio pensiero va subito ad un bambino, al quale è stato regalato un campanello come quello che incontriamo sul desk di un albergo, momentaneamente vuoto, che col suo “drin, drin” serve a richiamare l’attenzione di qualche addetto all’accoglienza. Penso: che giocattolo carino, il bambino si divertirà un sacco a premere il pulsante, facendo sobbalzare il gatto che sonnecchia nelle vicinanze! E la mamma, che dalla cucina, gli risponde: “Mio caro baby, ho capito, ho capito, hai fame! Sto preparando e arrivo subito!”, mentre la sorellina maggiore accorre per sgridarlo l’ennesima volta: “Ci mancava il tuo “drin, drin” in questa casa, ove non riesco a fare i compiti!” La solita atmosfera familiare con i soliti momenti di impazienza. Beh, mi propongo: “leggiamo i dettagli della notizia”…e qui il mio sospiro di sbigottimento: rileggo il titolo di quella notizia, che più esattamente riporta: “Drill, baby, drill”. E’ in inglese e quel verbo … drill… significa bucare, trapanare, trivellare. E’ il verbo più usato dall’industria petrolifera e. più in generale, nell’estrazione dei combustibili fossili. E quel “baby” è l’appellativo con cui il neo Presidente U.S.A. si rivolge ai suoi beneamati concittadini (e non) nell’era della post-democrazia.

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