Il Consiglio Comunale, essendo l’organo in cui è rappresentato il volere della cittadinanza, dovrebbe essere il luogo naturale in cui il dibattito politico si estrinseca e perviene a sintesi su proposte chiare e condivise e, quindi, il contesto privilegiato in cui, superato un primo vaglio di legittimità, si entra nel merito delle scelte e delle questioni amministrative che avranno impatto sulla collettività.
Basta soffermarsi su una qualunque seduta di Consiglio Comunale per addivenire alla conclusione che seguire è diventato poco stimolante. Vuoi perché il Consiglio è solo una tappa formalmente obbligata per approvare intendimenti già ampiamente maturati in seno all’ Amministrazione, vuoi perché spesso lo streaming non consente la piena partecipazione e i metodi di trasmissione non sono sempre ottimali, vuoi perché, come nel caso dell’ultimo Consiglio Comunale, la prima mezz’ora, decisiva ai fini dell’interesse e dell’attenzione di chi segue, è stata dedicata a tutt’altro che alla disamina dei punti all’o.d.g. con toni, modi e tempi degli interventi, da un lato e dall’altro, che, a nostro sommesso avviso, hanno assunto i tratti di chi si prende “il dito con tutto il braccio”. Siamo fermamente convinti che il Consiglio Comunale di Castelbuono non meriti di diventare una “piazza” in cui parlare senza limiti. Ricordiamoci sempre che ogni ruolo istituzionale deve essere accompagnato da un certo garbo, oltre che da un rispetto stringente del regolamento, che stabilisce le condizioni affinché il Consiglio sia un luogo “ospitale” e non un “agone”.
Nelle scorse settimane, il circolo del Partito Democratico di Castelbuono si è attivato con una proposta volta a fare in modo di portare a conoscenza e mettere a disposizione di tutti i castelbuonesi gli atti di cui si discuterà in Consiglio prima dello svolgimento dello stesso, con l’auspicio di mettere tutti nelle condizioni di comprendere “di cosa si parla”, anche al fine di stimolare una maggiore partecipazione e quindi una maggiore responsabilizzazione anche rispetto alle determinazioni da assumere ed al fine di estendere quel ruolo di controllo sociale spettante a tutti i cittadini e le cittadine.
Secondo il primo vaglio del segretario generale, ragioni giuridiche attinenti alla natura, anche riservata, delle proposte portate in Consiglio Comunale, rendono la via da noi proposta non praticabile ma noi non demordiamo: chiederemo all’amministrazione comunale ed ai gruppi consiliari di addivenire a un risultato condiviso in nome di una sana partecipazione pubblica.
A questo fine, salutiamo con favore l’attivazione dall’ultimo consiglio comunale della nuova piattaforma audio-video che consente di seguire meglio i lavori da remoto rispetto al passato e, soprattutto, l’archiviazione sistematica degli interventi che potranno essere riascoltati successivamente, unitamente alle votazioni espresse dai consiglieri comunali. E’ certamente un primo passo che, al netto delle normali difficoltà iniziali nella gestione della piattaforma, consentirà, anche, di valutare la coerenza della gestione delle discussioni con le disposizioni del regolamento dei lavori consiliari. E proprio la nuova piattaforma potrebbe essere lo strumento attraverso il quale raggiungere l’obiettivo della nostra proposta: quello che ancora manca, infatti, sono gli atti deliberati e le proposte discusse. Ma su questo ci torneremo.
Intanto, però, sentiamo l’esigenza di invitare i rappresentanti istituzionali tutti ad intervenire, soprattutto quelli dell’Amministrazione e gli esponenti della maggioranza che hanno la responsabilità di tutelare tutti i cittadini, valorizzando così le funzioni del più importante consesso democratico comunale, sede propria del dibattito, con toni diversi, più moderati e diretti alla specifica trattazione di ciò che deve passare dal vaglio consiliare, senza divagare o trascendere. Inoltre, se del caso, riteniamo sia necessario anche decidere di rimandare certe votazioni al fine di confrontarsi con chi, per mere ragioni aritmetiche, vede le proprie opinioni frustrate a mere seccature, tuttavia obbligatorie e necessarie per l’approvazione di intendimenti già ampiamente maturati.
Allo stesso modo, alla minoranza spetta sì un ruolo oppositivo ma senza essere accompagnato dal pregiudizio, che semmai deve essere volto più a fugare l’ombra di ogni sospetto, così come riteniamo sia giusto che, in certi casi, non venga relegata al silenzio (come è successo nel penultimo Consiglio comunale in cui si sarebbe dovuto discutere dell’atto fondamentale di programmazione) oppure sentirsi costretta a ricorrere a strumenti non propriamente politico-istituzionali.
Nelle ultime settimane, il “dibattito politico” castelbuonese, così per come vi abbiamo assistito sui social e sui blog dedicati a Castelbuono, è consistito in una incalzante ed aspra diatriba tra il gruppo di maggioranza dei Democratici per Castelbuono e la minoranza consiliare rappresentata dalla Costituente per la Castelbuono di Domani.
Interventi che, in più momenti e riprese, hanno assunto i tratti di un vero e proprio scontro personalistico di bassa lega: troppe reciproche accuse sulle varie questioni sollevate!
A noi appare chiaro che questioni rilevanti per la cittadinanza non possono e non devono essere discusse in questo modo. Criticare l’operato della minoranza consiliare (che, secondo il Sindaco e la maggioranza, si avvarrebbe di mezzi extra politici per svolgere il suo compito di opposizione) o
quella del Sindaco e della maggioranza (che, secondo la minoranza, sarebbe abbastanza “sciolta” nell’amministrare, della serie “il fine giustifica i mezzi”) può anche rappresentare il sale dell’agone politico, ma ogni “singolar tenzone” ha le sue regole!
Gli ultimi comunicati del Sindaco e, in particolare, quello del Movimento Democratici per Castelbuono dal titolo “La questione morale, la legalità e la dignità umana”, per esempio, ci hanno dato molto da pensare. Vi abbiamo letto una contrapposizione forzata tra giustizia sociale e giustizialismo che, com’è noto, afferiscono a due campi semantici differenti: la giustizia sociale si contrappone all’ingiustizia sociale mentre il giustizialismo si contrappone al garantismo. Così come quella tra responsabilità collettiva ed egoismo individuale: la responsabilità collettiva attiene all’etica mentre l’egoismo, che è per forza di cose individuale, attiene alla morale. Una persona può essere egoista, eppure decidere di volersi assumere le sue responsabilità in un contesto collettivo. Ma la contrapposizione che lascia più di stucco è quella tra legalità e legittimità dell’azione amministrativa. In breve, per il Movimento Democratici per Castelbuono tutto ciò che non è reato è legale, per cui la legittimità dell’azione amministrativa non viene intesa come un corollario del principio di legalità ma come, citiamo fedelmente, “cosa ben diversa”.
Il lettore, pertanto, ne esce confuso e mal convinto. La maggioranza, seppur forte del consenso elettorale ricevuto più di due anni addietro (che non necessariamente coincide con le istanze attuali della maggioranza del paese), non può fare passare il messaggio che si può fare ciò che si vuole mascherandolo da ciò che si deve.
A nostro avviso, questa continua “sassaiola social”, così come i dubbi nutriti dall’opposizione sulla legalità dell’azione amministrativa che conducono, poi, ad agire per vie extra politiche, stanno contribuendo al progressivo svuotamento delle funzioni istituzionali del Consiglio Comunale.
Occorrono Istituzioni forti, senza averne paura!
Castelbuono merita che i toni della politica, per quanto dialettici, sappiano ritornare sul piano della sintesi al fine di migliorare le condizioni presenti e consentire di sperare in un futuro migliore.
Riportiamo alla memoria nostra e collettiva le parole di monito del Presidente Mattarella: “La comunicazione istituzionale non va in alcun modo confusa con la propaganda politica e non può ridursi all’esaltazione acritica dell’attività delle singole amministrazioni. Si tratta di rendere un servizio ai cittadini e non di farsi pubblicità.”
La Coordinatrice
Luciana Cusimano