Dopo l’esecuzione dei lavori di restauro conservativo è stata tolta l’impalcatura che ingabbiava la fontana della Venere Ciprea, detta anche de i Quattru cannola, che è tornata in bella mostra a chi transita da via Umberto I.
La fontana, uno dei monumenti più rappresentativi di Castelbuono, fu realizzata nel 1614 per volontà dei giurati, al tempo del marchese Giovanni III Ventimiglia.
La Fontana della Venere Ciprea, chiamata un tempo Fontana Grande ed oggi detta “I Quattru cannola” (per i quattro cannelli dai quali sgorga l’acqua) è una delle più antiche fontane di Castelbuono.
Esisteva già nel 1574 quando i giurati dell’Università di Castelbuono assegnarono l’appalto per la ricostruzione prima a Nicolino Gambaro (mastro originario di Genova) e al socio Leonardo Tumminaro, originario di Geraci, e solamente un anno dopo al lapicida di Carrara mastro Giuseppe Longo. La nuova architettura prevedeva un impianto probabilmente simile a quello attuale caratterizzato da un fondale movimentato da nicchie, sculture, mascheroni e vasche nelle quali l’acqua zampilla per poi cadere nel sottostante abbeveratoio.
Nel 1614, su ordine del marchese Giovanni III Ventimiglia, i giurati affidarono a Gian Francesco Lima (𝑓𝑎𝑏𝑒𝑟 𝑚𝑢𝑟𝑎𝑟𝑖𝑢𝑠 𝑒𝑡 𝑚𝑎𝑔𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑒 𝑎𝑐𝑞𝑢𝑒) il compito di eseguire importanti lavori di ristrutturazione alla Fontana Grande in concomitanza con i lavori di potenziamento della rete idrica cittadina.
In quell’occasione venne collocata in cima alla fontana la statua di Afrodite e l’iscrizione che ne commemora il momento.
I lavori di restauro, commissionati dal Museo Civico, in collaborazione con il Comune di Castelbuono e la Soprintendenza per i Beni Culturali di Palermo, sono stati eseguiti da RestaurArte di Belinda Giambra.
Lunedì 23 dicembre, con inizio alle ore 11, la cerimonia di presentazione al pubblico.