Un giorno mentre ammiravo il tempio di Segesta, sono stato attratto dalla disposizione di queste chiocciole sulle foglie di un agave. Era una giornata di caldo torrido le chiocciole erano disposte in questo modo, ammucchiate vicino alla spina apicale delle foglie. Perché?
Per sfruttare al massimo l’umidità notturna e in che modo?
In estate, se la poca umidità notturna raggiunge il “punto di rugiada”, fa condensare il vapore acqueo sulla superfice della spina apicale delle foglie dell’agave formando piccolissime goccioline di acqua che scivolano per gravità sulla superfice. Le chiocciole si concentrano proprio in quella area umida per poter utilizzare al meglio quella poca acqua, vitale per la loro sopravvivenza. Quindi in questo caso le chiocciole per sopravvivere alla siccità, sfruttano quel particolare stato della termodinamica chiamato “punto di rugiada”.
Quando la natura ci stupisce.
Testo e foto di Francesco Toscano