Nell’ambito delle manifestazioni organizzate dalla Pro Loco di Gangi per la 60^ “Sagra della Spiga” e “la Festa dei burgisi”, nella serata di sabato 9 agosto abbiamo vissuto e siamo stati testimoni dell’evento “Memorie e Tradizioni” con la sponsorizzazione di Slow Food Sicilia.
Lo slogan di fondo è stato: “Degustare, camminando per le strade di Gangi”, quindi assaporare le delicate pietanze e i prodotti dell’agricoltura tradizionale con la giusta calma per “sentire” i sapori e i profumi degli ingredienti, in decisa contrapposizione alle odierne abitudini un po’ frenetiche del fast food, inevitabilmente ripreso dal gergo anglo-americano.
Diciamo subito che l’organizzazione è stata perfetta: i tantissimi ospiti partecipanti siamo stati suddivisi in gruppi, scaglionati nella visita in sequenze temporali, accompagnati da due guide preparatissime che hanno presentato i vari “quadri” allestiti lungo le stradine del borgo. A loro volta questi “quadri” sono stati ripartiti secondo tre tematiche: le attività agricole, le attività sociali della gente comune, le complicazioni diplomatiche delle famiglie nobili (i feudatari). Tutte queste rappresentazioni sono state animate dalle persone del borgo che indossavano abiti ed acconciature di epoche passate: va quindi dato merito alla cittadinanza locale per la loro generosa partecipazione da “figuranti” nella riuscita dell’evento.
E così, in sequenza, grandi e piccini (…per loro la visita aveva anche uno scopo educativo) abbiamo assistito alle varie fasi della spigolatura del grano e della mungitura della pecora fatta a mano con successivo “assaggio” di ricotta e formaggi. A seguire l’angolo con le ricamatrici e del lavoro “all’uncinetto”, il ciabattino seduto al suo bando di lavoro, il contadino di ritorno dalla campagna con il paniere pieno di pere (…forse “pira putiri”, forse “pira riiddri”), l’allestimento del locale sartoria e quello da barba, le donne impegnate nelle varie sequenze del lavaggio dei panni, i bambini assorti nei loro giochi di strada (…compreso il classico “carruzzuni” armato di cuscinetti per affrontare le discese), il salone dove le coppie in festa ballavano la “contradanza”, i tavoli da gioco di carte siciliane (…scopone in 4 e briscola in 5), la sceneggiata del padre-padrone, maldestro, che col vino alza troppo il gomito ma che alla fine, pur tra i fumi dell’alcol, riesce ad offrire un fiore all’essere femminile, fino agli angoli di “devozione” ove si innalzano preghiere giaculatorie a santi popolari come Santa Lucia e “San Giusippuzzu” (…che in realtà è un Bambinello), e più avanti la stanza a livello strada ove si piange un familiare defunto.
Le varie tappe della visita guidata prevedevano i “punti ristoro” ove sono stati offerti piatti di pasta “cu maccu” di fave, “tagghiarini cu sucu”, minestra di fagioli e altri legumi di produzione locale, bicchieri di vino: il tutto preparato in loco dai volontari cittadini.
Da notare che i valori della famiglia sono stati esaltati rievocando visite festose che precedono un matrimonio: il fidanzato che “porta la serenata” alla sua diletta, accompagnato dai cumparuzzi cantanti-suonatori di fisarmonica e chitarra: la ragazza si affaccia e ricambia con un suo canto che prelude a un futuro felice.
Sempre in tema di vita familiare la visita guidata si è conclusa con la cerimonia matrimoniale tra due giovani di famiglie nobili, con la partecipazione di una ventina di figuranti… le signore in elaborati abiti da cerimonia, gli uomini in classico tight: era chiaramente un’unione studiata per la tutela dei rispettivi beni economici, regolarmente concordata con un contratto stipulato dal notaio. L’atmosfera era fredda, rigorosamente dettata dalla diplomazia e volutamente svuotata di quel calore umano che avevamo “degustato” nel quadro della serenata in clima popolare.
Da quanto vissuto possiamo dire che il popolo di Gangi ha saputo egregiamente interpretare memorie e tradizioni alimentari e di costume del suo passato, sapientemente coordinato dagli organizzatori dell’evento e grazie all’indubbio merito dell’Amministrazione comunale. Per chi scrive la giornata gangitana è stata occasione di commozione interiore per un ritorno al passato, da bambino, allorché si viveva in una società fondata sui principi naturali del mondo agricolo, improntata alla semplicità, all’autenticità, al rispetto dei valori umani… ma erano altri tempi!


