Aggiornato al
Aggiornato al

Al Museo Maio di Cassina de Pecchi i “Ritratti non dal vero” di Enzo Di Garbo: personale ma non troppo

Personale ma non troppo. Il tour artistico che Enzo Di Garbo ha proposto al Museo Maio di Cassina de Pecchi, in provincia di Milano, offre una propettiva penetrante sui volti di molti dei protagonisti del nostro tempo.

“I ritratti non dal vero” approda in Lombardia alla scoperta degli sguardi di chi la storia l’ha scritta, in primo luogo con la propria missione. È in questa ambientazione inusuale che il visitatore riesce a scrutare lo sguardo rassicurante di Leonardo Sciascia o rimanere affascinato dai lineamenti marcati di un giovane Andrea Camilleri. Sicilia come tributo alle origini di Di Garbo che dalla sua Castelbuono non si è mai allontanato. Il comune di nascita dell’artista ritorna nello sguardo del naturalista locale Francesco Minà Palumbo e, circostanza degna della cura dei particolari che lo caratterizza, nel castello dei Ventimiglia specchiato sugli occhiali del cantautore Lucio Dalla. “Il cantante emiliano – racconta l’artista – era stato ospite del centro madonita poco prima della sua morte, come non proporre l’associazione nella mia raffigurazione”.

Dietro le scelte stilistiche di Di Garbo c’è un filo conduttore che rende la sua pittura una narrazione capace di spaziare dalla cultura all’impresa con un passaggio deciso al pensiero di grandi intellettuali, alle figure esordienti del femminismo e dell’impegno civile. “Ogni opera – afferma l’artista – è la trasposizione di un tratto caratteriale e sociale che mi ha in qualche modo rapito”. È il caso del Cardinale Carlo Maria Martini e di Don Gallo, definiti testimoni e narratori originalissimi della fede cristiana. Parole e gesti che traspaiono dietro ogni immagine, come nel caso di Pippa Bacca, artista italiana assassinata nel corso di una esibizione in Turchia. Volti e non volti: il direttore d’orchestra Arturo Toscanini è ritratto con la mano che sostiene il capo in una posa di grande introspezione. A Milano è invece dedicata la raffigurazione di Fernanda Wittgens, critica d’arte che in tempo di guerra sotto i bombardamenti tedeschi con una straordinaria corsa contro il tempo è riuscita a salvare numerose opere d’arte custodite nella Pinacoteca di Brera.

I chiaroscuro di una figura di grande spessore che rimarranno esposti all’interno della mostra permanente allestita al Maio di Cassina de Pecchi grazie alla donazione del quadro da parte dello stesso Di Garbo. Fernanda Wittgens come testimonianza di un femminismo capace di affermarsi con un pensiero illuminato. “La mia vera natura è quella di una donna a cui il destino ha dato compiti da uomo, ma che li ha sempre assolti senza tradire l’affettività femminile” è il messaggio che più di un secolo fa la stessa ha voluto tramandare. Un pensiero contemporaneo che continuerà a vivere anche grazie alla tela di Enzo Di Garbo.

Maurilio Fina

Condividi

il giornale di Castelbuono e oltre

Il giornale di Castelbuono e oltre