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Da Gerusalemme a Roma. Don Filippo racconta la pericolosità di vivere sotto il rombo delle bombe

Festa dei Santi Pietro e Paolo, a Roma è stata una ricorrenza religiosa particolarmente importante. E in parrocchia abbiamo avuto la bella sorpresa di incontrare don Filippo, che ha concelebrato la Santa Messa, essendo a Roma per qualche giorno e giunto da Gerusalemme, ove vive da sette anni.

In sacrestia abbiamo approfittato per fargli una breve intervista: è atterrato a Fiumicino con un volo proveniente da Sharm el-Sheikh (Egitto), che aveva raggiunto da Gerusalemme con un trasferimento in auto piuttosto avventuroso.

Ci ha confermato che le giornate lì sono vissute sotto il rombo delle bombe e soprattutto di notte gli allarmi sono scattati continuamente: lui però, da uomo di chiesa, ha sopportato questa situazione, anomala per la costante pericolosità, senza troppa ansia affidandosi alla provvidenza divina.

Dall’ambone per l’omelia di commento al Vangelo del giorno che era dedicato al “primato di Pietro”, don Filippo ha ricordato che i cristiani dovrebbero vivere la loro fede in modo coerente e quindi essere pronti a dare la vita per Cristo, anche se non necessariamente in modo cruento, come purtroppo avviene ancora oggi in tanti Paesi.

Il suo rientro a Gerusalemme è ancora incerto: non avverrà direttamente verso Israele, per esempio su Tel Aviv, ma con un volo diretto in qualche Paese limitrofo. I prezzi di tali voli sono aumentati enormemente (tra 500 e 600 euro) a conferma che la situazione in tutto il Medio Oriente rimane complessivamente molto critica.

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il giornale di Castelbuono e oltre

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