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Da Marciante a Cicero. Il sindaco di Castelbuono: «Alleanza d’intenti con la Chiesa e Unione dei Comuni più forte. Questi i cardini per il rilancio delle Madonie»

Nei giorni scorsi è stata pubblicata un’intervista che il vescovo Giuseppe Marciante ha rilasciato a don Franco Mogavero e pubblicata sulla pagina del sito ufficiale della Diocesi di Cefalù. Le parole di monsignor Marciante lanciano messaggi importanti per la comunità madonita e aprono un dialogo con la storia, la spiritualità, la cultura. Affrontano temi che vanno dai problemi legati ai giovani, allo spopolamento del territorio diocesano, al turismo ed alla lotta alla criminalità. Argomenti di grande attualità che toccano anche la coscienza della politica locale delle Madonie.

Ne abbiamo parlato con il sindaco di Castelbuono Mario Cicero, con il quale abbiamo affrontato l’attualità ed il futuro. Ecco il suo punto di vista e le sue proposte.

Il vescovo Giuseppe Marciante ha parlato in una recente intervista di spopolamento del territorio, i parroci dichiarano che si fanno più funerali che battesimi, registriamo tutti il problema dei giovani che continuano a partire per andare a lavorare lontano dal paese natìo. Che succede?

“Il problema è reale ma è altrettanto certo che non possiamo risolvere queste problematiche noi realtà locali. Su questi argomenti è la politica nazionale che deve cambiare. Il governo nazionale deve comprendere che deve investire sulle famiglie dando servizi come gli asili nido, le scuole materne, la sanità che funziona, s’intende una mobilità che funzioni. Questi sono i punti cardini per cominciare a superare queste problematiche ma è chiaro che per realizzare tutto questo ci vogliono almeno dieci anni. Nell’immediato va fatto, e me lo auguro, un territorio accogliente per gli immigrati portando avanti delle politiche che favoriscano l’integrazione dei tantissimi uomini, donne e bambini che fuggono dalle loro terre di origine a causa delle guerre, dalle carestie e dalle violenze. Noi in questo siamo pronti. Abbiamo un progetto, fatto con la Regione Siciliana e mi auguro che gli uffici regionali siano in linea con questi principi di accoglienza, dove possiamo ospitare gli immigrati. A Castelbuono potremmo già accogliere da 30 a 50 famiglie.

La lentezza burocratica dei governi a legiferare può essere superata?

“E’ vero, abbiamo una burocrazia che è lenta e farraginosa. Secondo me questo serve alla politica per dare più forza alla politica stessa ed ai burocrati. Tornando alla nostra candidatura ad ospitare 50 famiglie di immigrati va specificato che l’inclusione deve avvenire attraverso il mondo del lavoro. Noi prevediamo che loro possano essere ospiti a Castelbuono per avviare un percorso di inserimento nel tessuto sociale attraverso le attività lavorative, che possono spaziare dall’agricoltura, alla pastorizia, all’edilizia ed alla ristorazione ma anche per il mondo professionale, e non certamente per essere ospiti passivi della nostra comunità. Dobbiamo essere pronti ad accogliere anche il mondo della cultura di altri popoli che possono essere da stimolo per i nostri giovani. Questo è un mio sogno e spero si possa realizzare. In poche parole dovremmo tornare a dare alla Sicilia quel ruolo che per secoli e secoli ha avuto sapendo accogliere ed integrare popoli di altre civiltà. Sono convinto che se si vuole affrontare il problema dell’emigrazione con filo spinato e muri sbaglia ed abbiamo fallito tutti. In tal senso mi sento di affermare che Castelbuono e le Madonie sono pronte ad accogliere gli emigrati perchè il nostro futuro passa anche da questa politica che porterà anche ad una crescita demografica dei nostri territori invertendo la tendenza allo spopolamento”.

Abbiamo toccato l’argomento dei giovani. Cosa va fatto per dargli la possibilità di restare.

“I ragazzi devono capire, ma principalmente forse devono capirlo i genitori, che va cambiato il modo di completare i corsi di studi. Non possiamo avere tanti giovani avvocati, medici, ingegneri e che poi non trovando pfferta di lavoro da noi sono costretti ad andare via. Ad esempio a Castelbuono abbiamo un’ITS (Istituto Tecnico Superiore, ndr) che mi auguro possa rilanciarsi con il nuovo indirizzo che daremo e con i bandi che dovrà fare la Regione Siciliana, riuscendo a dare le condizioni ideali per l’occupazione dei giovani che lo frequenteranno potendo lavorare nel settore agroalimentare e nello sport. Questo è un primo aspetto. Il secondo è quello che noi dobbiamo saper incentivare la voglia di investire la preparazione dei giovani sull’artigianato, sul commercio e sull’agricoltura e su quei mestieri di cui il mondo ha bisogno, di cui l’economia mondiale ha bisogno per non restare sottomessi alle multinazionali che la faranno sempre più da padroni assoluti. Ha Castelbuono abbiamo belle realtà in tal senso, dall’artigianato del legno e del ferro ma anche dell’agroalimentare con produzione di biscotti di primaria qualità con le aziende Forti e Tumminello su tutti e poi la splendida realtà della Fiasconaro. Anche nell’agricoltura ci sono buoni investimenti di coltivazioni di uliveti, vigneti, mandorleti, noccioleti e le novità riguardanti lo zafferano ed il cotone. C’è una bella sensibilità che mi fa ben sperare”.

Le Madonie devono fare un percorso in comune. Restare ognuno per proprio conto rischia di far saltare i buoni propositi.

“L’intervista che ha rilasciato il vescovo Marciante mette a nudo anche questo argomento. Ogni anno a Natale tutti i sindaci del territorio siamo invitati in riunione col vescovo per le riflessioni sulle problematiche annuali che quasi sempre sono rimaste riflessioni senza una soluzione. E’ sotto gli occhi di tutti che in questo territorio delle Madonie abbiamo fatto molte cose eccellenti. Ci siamo inventati l’agenzia di sviluppo, che ha dato i suoi frutti e li da ancora oggi, ci siamo inventati il GAL. Abbiamo fallito su tante altre cose, in primis sul distretto turistico. Dobbiamo portare avanti una politica turistica congiunta, con grandi risorse umane professionali e non fatte con il volontariato. Dobbiamo riflettere su una cosa: le Madonie possono diventare un contesto importante nello scenario regionale se riusciamo ad avere una visione ed un orizzonte comune. Poi dobbiamo fare importanti battaglie sulla sanità che adesso è carente per motivazioni diverse sia all’ospedale di Cefalù che in quello di Petralia Sottana. In questo settore la politica regionale ha giocato al massacro, forse favorendo il settore sanitario privatistico per la sede delle alte Madonie mentre al Giglio, che rimane una grande eccellenza sanitaria, ha il problema della tempistica eccessiva. Quindi a fronte di queste problematiche le Madonie dovrebbero fare pressione sulla Regione Siciliana per pretendere investimenti nella sanità per migliorare questi problemi, una possibile soluzione potrebbe essere quella di far diventare l’ospedale di Petralia Sottana una residenza turistica sanitaria dove potersi curare ed avere la possibilità di vivere in un contesto salubre. Un altro aspetto che va a braccetto con la salute, a mio avviso, si lega ai prodotti alimentari a chilometro zero, prodotti coltivati nel territorio da offrire ai turisti. Sarebbe un valore aggiunto per incrementare la voglia di trascorrere le vacanze in questo meraviglioso territorio che va dal mare, alle colline fino alle alte quote di montagna”.

La Chiesa nel territorio ha fatto coesione e sta ottenendo buoni risultati.

“Il vescovo ha fatto tante azioni concrete come Chiesa. Io ritengo che dobbiamo fare questa alleanza anche perchè Marciante è componente della Conferenza Episcopale Siciliana che ha un ruolo importante. Andrebbe fata un’alleanza tra il territorio e la Chiesa perchè siamo i due anelli che affrontano la quotidianità della gente quindi Chiesa e politica possono affiancarsi e fare una bella alleanza per gestire il territorio dando servizi e opportunità. L’augurio che faccio al prossimo presidente dell’Unione dei Comuni delle Madonie, elezioni che saranno a breve, è quello di farsi promotore di iniziative e incontri con la politica locale e con i parroci del territorio per capire insieme cosa fare coinvolgendo gli operatori sociali, economici per decidere le strategie da portare avanti e quali richieste fare alla politica regionale e nazionale anche perchè ancora siamo in tempo a poter recuperare qualche investimento del PNRR. Questo a mio parere è quello che deve fare il prossimo presidente dell’Unione. Io sono stato critico nella gestione di questi ultimi anni, sono stato a guardare per capire cosa si può fare e secondo me non sono state impiegate tutte le energie ed ha gestito soltanto i fondi delle strategie aree interne ma perchè in questo c’era l’agenzia di sviluppo che accompagnava queste pratiche. Oggi l’Unione deve fare più politica, più sociale e più relazioni europee e con altri territori. Deve diventare punto di interlocuzione con la politica regionale, deve dire al presidente della Regione noi siamo la più grande Unione della Sicilia chiedendogli un tavolo fisso di concertazione su alcuni argomenti fondamentali che devono essere i cardini dello sviluppo di questo territorio”.

Un territorio montano che fino ad ora ha valorizzato molto poco la montagna. Perchè?

“Noi siamo bravi ad inventarci le cose però poi a farle funzionare non lo sappiamo fare. Non sappiamo gestire le piste ciclabili che potrebbero passare in gestione all’Ente Parco ma facendo convenzioni con i privati e riuscendo così a mantenerle in efficienza per l’utilizzo. Stesso discorso vale per i mesi. Abbiamo fatto la rete museale delle Madonie, Musea, che non è mai decollata perchè manca la capacità di alcuni colleghi sindaci, e lo dico con grande serenità e con il solo spirito costruttivo. Noi a Castelbuono siamo operativi. Abbiamo 22 rassegne e tanti eventi che facciamo, e si vede dal movimento di persone che in estate affolla le nostre strade e piazze, e tutto quello che si organizza deve essere messo a sistema con una DMO che funziona con un presidente ed un consiglio all’altezza del ruolo, in collaborazione con le associazioni che curano i vari settori come già viene fatto bene in altre regioni d’Italia copiando da loro e facendo sistema mettendo in rete tutto quello che già noi sappiamo fare. Ed in questo progetto di turismo ed enogastronomia possiamo coinvolgere tanti giovani a lavorare e rimanere a casa propria senza essere costretti ad andare via sapendo vendere il turismo attraverso i grandi operatori turistici che possono convogliare grandi numeri di presenze nel nostro territorio. La sfida che dobbiamo affrontare è quella di saper valorizzare le nostre eccellenze, e tra queste una di importanza mondiale è il Gal Hassin di Isnello, per puntare a valorizzare il turismo”.

Dopo questa disamina a 360 gradi, quali sono i suggerimenti reali per far cambiare rotta alla vita del nostro territorio.

“Dobbiamo prendere gli uomini migliori di questo territorio, togliendo quel personalismo che spesso s’intreccia con antipatie e comportamenti atti a tarpare le ali di chi può e vuole volare mentre io penso che dobbiamo essere d’aiuto a chi vola perchè da quel volo possiamo trarne benefici tutti. Facciamo una squadra di persone che vogliono un grosso contributo al territorio partendo da quello che abbiamo fatto ma guardando soprattutto a quello che dobbiamo fare partendo dalle strutture inutilizzate rimettendole in uso facendo rete e mettendo a rete quello che abbiamo. Ecco perchè, partendo dalla bella provocazione del vescovo Marciante, dobbiamo sederci intorno ad un tavolo per sviluppare tutte le idee che possono portare benefici a tutto il territorio. Posso dire ad esempio che a Castelbuono stiamo lavorando per il recupero dell’ex hotel Milocca che da settembre potrebbe arrivare l’autorizzazione a farlo ripartire”.

Tutto questo però cozza sul grosso problema della viabilità nelle Madonie. Cosa bolle in pentola per la soluzione di questa annosa questione?

“La viabilità nelle Madonie è devastante. So che la provincia si sta ponendo il problema per trovare le soluzioni anche se le cosiddette strade secondarie e di alta quota sono un caso nazionale a testimonianza che lo Stato ha abbandonato le comunità montane non mettendoci nelle condizioni di avere la percorribilità delle strade come dovrebbero essere. Noi dobbiamo pretendere di avere una viabilità adeguata. Ma io andrei oltre. Alla soluzione della viabilità aggiungerei quella della mobilità perchè anche in questo settore siamo molto carenti, quasi abbandonati. Anche in questo caso va fatta rete. A Castelbuono, con San Mauro, Pollina ed Isnello stiamo lavorando su un progetto di mobilità elettrica a chiamata che possa mettere in contatto i quattro comuni interessati, le stazioni ferroviarie, gli ospedali ed i luoghi di richiamo turistici con investimenti da parte dei comuni e con l’intervento economico della SNAI. Mi auguro che la politica sovracomunale ci accompagni in questi progetti che portano benefici anche all’ambiente ed alla viabilità. Ecco un’altra sfida grossa che l’Unione dei Comuni delle Madonie deve affrontare ponendo all’attenzione della politica nazionale il modello Madonie che è rispettoso dell’ambiente, sostenibilità sia economica che sociale, creazione di nuovi posti di lavoro e servizi. Vedo l’Unione per l’importante dimensione che ha come un modello da offrire ad altri territori nazionali con un’agricoltura, una pastorizia e prodotti artigianali d’eccellenza. Per fare tutto questo non si deve abbassare la testa di fronte a nessuno chiedendo tutto quello che necessita al nostro territorio potendo dare in cambio l’ospitalità di centinaia di migranti e se riusciamo a togliere definitivamente i personalismi degli ultimi anni e riusciamo a far decollare l’alleanza tra la Chiesa ed il mondo laico e politico, sono certo che le nostre Madonie avranno un grande futuro, a vantaggio soprattutto dei nostri figli”.

Allora quando facciamo questa prima riunione operativa?

“Questo non lo so, Ho fatto proposte che mi auguro vengano accolte e portate avanti da tanti protagonisti madoniti che come me hanno a cuore le sorti del nostro territorio. In conclusione, ribadisco che noi abbiamo bisogno nel territorio di una politica che sappia fare rete e sappia costringere tutti gli attori pubblici e privati di mettere ognuno il suo perchè se ognuno di noi mette il proprio contributo ed abbiamo una valida cabina di regia i risultati saranno positivi”.

E allora, ognuno per la sua parte, lavoriamo tutti per un futuro più roseo e importante per le nostre Madonie.

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