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Dal Museo Civico di Castelbuono al prestigioso percorso formativo: Stefania Cordone selezionata per il Toolkit for Museum

Stefania Cordone, responsabile dei servizi educativi del Museo Civico di Castelbuono, è stata selezionata per l’edizione 2023 del Toolkit for Museum, un percorso formativo per quanti lavorano nei musei italiani, promosso dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali.

Ecco cosa ha dichiarato sul suo profilo Facebook.

“Sono felice di annunciare che sono stata selezionata per l’edizione 2023 del Toolkit for Museum, un percorso formativo per quanti lavorano nei musei italiani, promosso dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali.

Lo scorso week end sono stata a Napoli nella prestigiosa sede delle Gallerie d’Italia, nel Palazzo Zevallos, in cui abbiamo iniziato un viaggio che intreccia riflessione teorica e attività pratiche, su tematiche trasversali che oggi attraversano tutti i musei del mondo.

Perché il Museo non è solo un contenitore di oggetti, ma è soprattutto un dispositivo narrativo, che crea spazi di esistenza e di benessere; non solo custodisce il patrimonio, ma lo interpreta secondo visioni che cambiano nel tempo.

Da diversi anni ho il privilegio di essere la responsabile dei servizi educativi del Museo Civico Castelbuono, che con grandi sforzi sta dando corpo a una struttura che a piccoli passi cerca di aderire alla visione di Museo indicata da ICOM.

“Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale.

Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità.

Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze.”

Durante l’incontro a Napoli ci siamo soffermati molto sull’analisi di questa definizione, che nel corso degli anni è stata modificata, messa in discussione dando molto peso ad ogni singola parola. Perché le parole sono importanti – come diceva Nanni Moretti. E lo sono perché plasmano la realtà che viviamo.

Essere consapevoli di questo meccanismo ci può guidare nel linguaggio che usiamo ogni giorno. Rendiamolo più inclusivo e depuriamolo dalle parole della guerra e della distruzione (asfaltare, rottamare, picchiare durissimo, massacrare ecc. per fare alcuni esempi usati giornalmente da politici e da moltissimi giornali).

La definizione di ICOM è una bellissima aspirazione all’armonia. E credo che lavorare con questa aspirazione sia la cosa più soddisfacente che io possa fare”.

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