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Daniela Cappadonia e il sogno che diventa realtà alla New York City Marathon

Daniela Cappadonia, di Castellana Sicula, ha concluso la sua meravigliosa esperienza alla New York City Marathon. Ha corso la maratona più importante del mondo in 5h16’40” concludendo alla posizione numero 38.626 su 51.295 partecipanti (15.423 su 22.776 tra le donne – 1.873 su 2.482 italiani). Complimenti per tutto soprattutto perchè a New York conta più esserci e tu ci sei stata tenendo alto anche il pennone delle Madonie. Ecco le sue belle parole.

“Riguardo questo scatto di ieri mattina mentre mi avvicino col famoso traghetto arancione a Staten Island, luogo in cui si trova il villaggio che ospita gli atleti prima della partenza della maratona. Guardo il Verrazzano Bridge e non posso ancora crederci: sono lì, a un passo dal mio sogno. Insieme a me un’umanitá variopinta, ognuno con la propria personale motivazione. Il villaggio è accogliente, postazioni di caffè e bagel, integratori e acqua dislocate per evitare file e bagni sufficienti per tutti. Sui prati gli atleti fanno il loro ultimo riposino prima di entrare nei corrals e si liberano degli indumenti in eccesso che oggi troveranno nuova vita. Manca poco alla partenza. Entriamo nei corrals: il mio colore è Pink, 5 wave, corral D. D come Daniela, D come determinata a tagliare la finish line. Ci siamo: il Verrazzano è davanti a noi, imponente ma rassicurante. Silenzio: suona l’inno americano, poi Frank Sinatra ci trascina col tema di New York New York…”Se posso farlo lì, Lo farò ovunque”. Esplode il colpo di cannone, siamo partiti. Sto correndo la maratona di New York. In fondo al ponte ci aspetta a Brooklyn una folla impazzita: musica, campanacci, migliaia di cartelli di incitazione, band che suonano ad ogni angolo, anziani seduti davanti la porta di casa che urlano “You can do it”. E senti dentro un’energia pazzesca fino a quando, improvvisamente cala il silenzio nel quartiere successivo. Williamsburg e la comunità di ebrei ultraortodossi: loro neanche ci guardano e continuano le loro vite come se nulla fosse. Ma per fortuna ci aspetta il Queens festante e si avvicina il temibile ponte di Queensboro: il mio passo rallenta, inizio a camminare velocemente sperando di ritrovare la forza per riprendere a correre. Quando inizia la discesa ordino alle mie gambe di ripartire e ubbidiscono anche se un po’ incazzate. Ci siamo, stiamo entrando a Manhattan, sfioriamo il Bronx e un boato ci accoglie. Io corro, ballo, piango e vedo avvicinarsi la First Avenue: è infinita e la stanchezza è dietro la porta. Tocco un cartellone col funghetto di Super Mario che dice “tap here for extra power” e mi convinco di avere più forza. Arraffo una banana e corro. Al 39 km le mie gambe sono di legno, riprendo a camminare terrorizzata perché so che sarà difficile rimetterle in corsa ma al 39.5 mi do una sberla virtuale e lancio qualche improperio verso la mia pigrizia. Apro la bocca e urlo…ma stavolta la voce è reale. Riparto, le anche mi bruciano, vedo Central Park, mi tolgo la fascia dalla testa e sciolgo i capelli. Voglio arrivare col sorriso e la chioma rossa al vento. Entriamo da Columbus Circle e mancano solo 195 metri. Coraggio, non ti fermare Daniela, guarda che pubblico pazzesco, mi chiamano per nome, great job italian girl, you’re almost there, ci sei quasi. Allargo le braccia e attraverso il traguardo. Un volontario mi mette la medaglia al collo e mi dice Congratulations. Ce l’ho fatta. Sono una maratoneta.

Special thanks a mio marito Lillo Macaluso e ai miei figli Elia ed Ester, al mio coach Corrado Masse, al mio istruttore di Pilates Fabio Daidone , alle mie sorelle Chiara Cappadonia e Alessia Cappadonia , alle Pink Ambassador Palermo 2023 , al mio nutrizionista Massimiliano Cerra , alla mia amica Valentina Elena, alla mia dirigente Maria Grazia Di Gangi e a tutti quelli che in vario modo hanno accompagnato questa mia avventura fino al traguardo”.

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