Nell’anniversario dalla morte di Pio La Torre, dirigente comunista assassinato dalla mafia insieme al compagno di partito e collaboratore Rosario Di Salvo la mattina del 30 aprile 1982, mentre si recavano alla sede del Partito Comunista Italiano in Corso Calatafimi a Palermo.
Pio La Torre va celebrato sicuramente per il suo impegno contro Cosa Nostra, da componente della commissione parlamentare antimafia per il PCI, la Legge 646/1982 (che introdusse nel codice penale l’art. 416 bis il delitto di associazione a delinquere di stampo mafioso) verrà ricordata per sempre con il suo nome, oltre a quello del Ministro che la promosse, come Legge Rognoni-La Torre.
Da quel momento cambiò la storia della lotta alla mafia in Italia, mentre fino ad allora il reato che poteva essere perseguito era genericamente l’associazione per delinquere, inefficace rispetto alla complessità e alla specificità dell’organizzazione criminale di tipo mafioso, o peggio i magistrati erano costretti a punire caso per caso i singoli reati, dalla Legge Rognoni-La Torre in poi diventava punibile il semplice fatto di essere “mafioso”.
La Legge Rognoni-La Torre introdusse inoltre il sequestro dei beni ritenuti frutto di attività illecite o comunque oggetto di attività criminale, aprendo la strada al riutilizzo degli stessi per fini sociali e collettivi, altra intuizione dell’indimenticabile dirigente comunista.
Ma Pio La Torre, oltre al suo impegno antimafia va ricordato anche per almeno altre due grandi questioni fondamentali, battaglie per le quali ha speso la sua vita ed il suo impegno politico e sociale.
La Torre appartiene, insieme a Pancrazio De Pasquale, Girolamo Li Causi, Emanuele Macaluso ed altri, ad una generazione di dirigenti politici comunisti siciliani che hanno legato la loro militanza e azione politica coniugando la lotta alla mafia con l’impegno per la giustizia sociale, mettendo a rischio la propria stessa vita e finendo anche in carcere.
“La terra a tutti” fu il sentimento che portò alle lotte contadine e all’occupazione delle terre da parte dei braccianti, fino alla conquista della riforma agraria, la fine del latifondo e la nascita delle prime cooperative sociali.
Anni dopo, alla guida del PCI in Sicilia, fu il promotore e il punto di riferimento di uno tra i più grandi movimenti pacifisti d’occidente, quello contro la costruzione della base militare NATO a Comiso e l’installazione dei missili nucleari in Sicilia, a difesa della pace nel Mediterraneo. In quegli anni anche grazie all’impegno di Pio La Torre si dispiegò una capacità di iniziativa straordinaria, manifestazioni, marce, concerti, nascita di comitati per la pace, fino alla petizione al Parlamento. Il successo della protesta fu enorme e la raccolta di firme straordinaria.
Ci piace ricordare le ragioni di quella lotta, oggi più attuali che mai, con le parole dello stesso Pio La Torre, in un articolo pubblicato postumo su “Rinascita” del 14 maggio 1982, secondo cui le ragioni dell’opposizione ai missili era basata sulla assoluta contrarietà alla “trasformazione della Sicilia in un avamposto di guerra in un mare Mediterraneo già profondamente segnato da pericolose tensioni e conflitti. Noi dobbiamo rifiutare questo destino e contrapporvi l’obiettivo di fare del Mediterraneo un mare di pace”.
Legalità. Lavoro. Pace. Questi dunque i pilastri di un dirigente politico, comunista, che ha dato tanto alla sua terra e per questo va ricordato.
Vogliamo ricordare Pio La Torre infine, e il suo rapporto con Castelbuono, riportando due episodi significativi a testimonianza del suo legame con la nostra comunità.
Pio La Torre onorò la scomparsa di Gino Carollo, leader comunista castelbuonese, con queste parole: “Eri diventato il Sindaco più popolare di Castelbuono e non solo di Castelbuono. Era la tua freschezza e la tua bontà d’animo che in questa società ti rendeva particolarmente caro, e costituivi un punto di riferimento per trovare anche un po’ di pace nella nostra vita aspra e difficile. Della tua Castelbuono tu esprimevi certamente le qualità migliori: la sua grande civiltà e il senso di pace che essa appunto sa esprimere”.
Castelbuono fu inoltre tra i primi comuni siciliani a dichiarare il proprio territorio “zona denuclearizzata” come gesto di rifiuto di tutti i missili nucleari, in seguito alle battaglie per la pace di Pio La Torre, come riportato nella biografia del dirigente comunista, redatta dal figlio Franco, che invitiamo a leggere al seguente link per la sua straordinarietà.
Nelle foto Pio La Torre con Luigi Colajanni (all’epoca vicesegretario del PCI siciliano) in una delle innumerevoli manifestazioni per la pace, e con Andrea Sottile, durante un congresso del PCI a Castelbuono.