Continua con accurata ricerca storica e agiografica l’impegno editoriale del castelbuonese don Santino Di Gangi, alla riscoperta della gigantesca figura del prete filosofo della diocesi di Cefalù, Monsignor Mariano Campo, nativo di Caltavuturo (1892/1977).
Una ricerca certosina nel tentativo di valorizzare e far conoscere al mondo le grandi doti di un prete che ha vissuto un momento storico particolare tra le due guerre e nel suo DNA l’insegnamento universitario con la grande voglia di approfondire il pensiero filosofico di Immanuel Kant, suo ammiratore e ricercatore per scavarne le pieghe del sapere filosofico dello studioso tedesco. Il Kant viene definito il più significativo esponente dell’illuminismo tedesco, anticipatore della filosofia idealistica volta a superare il dogmatismo metafisico per assumere i caratteri di una ricerca critica sulle condizioni del conoscere e del sapere.
Il volume di don Santino dal titolo “MARIANO CAMPO– Il prete che interrogò Kant”, delle Edizioni Arianna di Geraci (pag.150), sarà in edicola in questi giorni ed esce dopo l’ultimo libro dello stesso Autore sul vescovo emerito di Cefalù Mons. Emiliano Cagnoni. Il libro esce anche nel terzo centenario della nascita di Kant (1724) e a centodieci anni della Ordinazione Sacerdotale di Mons. Campo (1915).
Il volume nasce dalla grande passione culturale e pastorale di don Santino, il quale ottantenne, oltre a vederlo ogni giorno nei confessionali e altari delle chiese di Castelbuono, dal suo “eremo pensante” di contrada Vinzeria, continua le sue ricerche sul suo amico e filosofo Campo, che gli stette vicino negli ultimi anni della sua vita a Cefalù. Questa vicinanza e amicizia la vive ancora oggi ed ha un cantiere aperto per altre pubblicazioni sul prete madonita Campo per affidare alla storia un grande uomo di alto profilo culturale, filosofico e spirituale.
Anche noi, per analogia al sottotitolo del nuovo libro in uscita sul Campo (il prete che interrogò Kant), vogliamo interrogare don Santino Di Gangi e chiedergli: “perchè questa passione viscerale sulla figura del prete-filosofo madonita?”. Conoscendo il mio amico don Santino e da qualche conversazione con Lui, non e’ difficile azzardare una sua eloquente risposta: “è mio dovere morale valorizzare e fare memoria di una grande figura di alto profilo intellettuale e spirituale che merita di essere conosciuto maggiormente oggi tra i preti, tra il popolo di Dio e soprattutto per le future generazioni”.
L’Autore in questa pubblicazione analizza e radiografa il pensiero filosofico del prete madonita attraverso i suoi scritti (libri, lettere e metopi varie). Scandaglia le grandi intuizioni del pensiero kantiano e il Campo ne confuta e analizza con l’occhio del credente ed anche di un sacerdote che abbina scienza, fede e filosofia con serenità di spirito alla ricerca del vero e del bello.
Il volume è composto di quattro parti: nella prima parte viene pubblicata la breve biografia del Campo con molti dettagli della sua vita: nascita a Caltavuturo il 23/9/1892, ordinato sacerdote nel 1915, in Germania dal 1929 al 1939 (per approfondire il pensiero Kantiano), docente di Estetica nella Università Cattolica di Milano dal 1939 al 1954, Ordinario di Filosofia all’Università di Trieste dal 1954 al 1967, ritorno-ritiro a Cefalù nel 1972 e deceduto a Cefalù il 29 gennaio 1977.
Nella seconda parte vengono pubblicati i titoli di alcuni libri del Campo e don Santino mette in evidenza le grandi doti umane e spirituali del prete di Caltavuturo, analizzando la sua vita interiore, la sua spiritualità e le virtù dell’umiltà, carità, pedagogia e propositi giovanili di apologetica.
Nella terza parte vengono pubblicati alcuni interventi sui temi culturali molto sentiti del filosofo e docente Campo: l’arte astratta (1953), la dialettica dei sentimenti e l’estetica (1957), demitizzare gli ideologi della cibernetica ( 1967), alcune tematiche suggerite al prete Caldarella per la tesi di laurea, in particolare su Rosmini, Manzoni, la spiritualità nel ‘700 siciliano, il problema del male in Sant’Agostino filosofo e teologo della storia, la psicologia in M.A. Fardella.
Nella quarta parte vengono pubblicati alcuni profili di grandi figure letterarie e storiche come “metopi” che mettono in rilievo le peculiari doti umane e spirituali di Schelley (1928), Nietzsche (1928), Ibsen (1928), Goethe (1952), Mons. Onorio Trippodo (1935), Mons. Gioacchino De Maria (1932), Edith Steun (1952), San Francesco (1976).
Mi piace concludere questa mia recensione sul nuovo libro di don Santino Di Gangi con le sue stesse parole scritte sul confratello che gli è stato vicino a Cefalù negli ultimi anni, fino alla fine dei suoi giorni nel 1977: “ lo abbiamo seguito nel suo alto navigare nel mare della storia e della scienza filosofica. Lo abbiamo trovato intento ad investigare il pensiero dei filosofi più grandi, a scoprirne le provenienze, a trovarne le connessioni, a svilupparne i germi, a riconoscere i contributi imperdibili, a fronteggiarne cavallerescamente le contraddizioni con consumata, puntuale, profonda destrezza critica. Eppure questo pensatore- filosofo era un prete, e mi piace definirlo un paladino della trascendenza”.