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I polizzani d’America. Il sindaco Librizzi racconta le emozioni vissute per la 123^ festa della Società Polizzi Generosa “G.B. Caruso”

È stato un onore e un privilegio essere stato ospite della Società Polizzi Generosa “G.B. Caruso” per la festa annuale giunta alla sua 123ma edizione.

Nata nel 1900 è una delle più antiche associazioni di italoamericani.

Non solo club di ritrovo dei polizzani ma sodalizio aperto a tanti altri provenienti da diversi Comuni madoniti, siciliani, italiani, finanche di altre nazioni, molto impegnata nel campo della beneficenza con una significativa raccolta fondi da destinare all’ospedale dei bambini e ad altre attività filantropiche degne di nota.

Ho avuto modo di conoscere tanti polizzani oramai in America da molti decenni, addirittura da 72 anni, un giovane di 93 anni il più anziano dei presenti.

Ho visto tanti commossi al ricordo del paese, dei luoghi.

Ho ascoltato il suono inalterato e intatto del dialetto originario constatando come tutto ciò permanga e venga trasmesso ai figli e ai nipoti, i quali, se anche non sanno bene l’italiano, certamente sanno il polizzano.

Ho toccato con mano e visto di persona cosa abbia significato e significhi il sogno americano per tanti e, tra questi, anche per i polizzani, qui affermatisi e progrediti su solide radici culturali sempre vive e tramandate.

In tutto questo ho avvertito un sentimento profondo di attaccamento e di amore per Polizzi ma anche tanta fierezza nell’ascoltare la tenacia, il coraggio e la perseveranza per essere riusciti a superare prove su prove e oggi essere orgogliosi nel vedere la strada fatta negli occhi dei figli e dei nipoti.

Ho capito così cosa volesse dire Borgese quando nel 1933 scriveva nel Corriere della Sera l’articolo “Un tema di romanzo” proprio rievocando con orgoglio polizzano il prestigioso conferimento della carica di Presidente onorario della Società Polizzi Generosa ” G.B. Caruso” spiegando ai lettori ignari cos’era Polizzi Generosa, perché per lui era così importante ricevere quella nomina a dispetto di altre più importanti.

Così dicendo sviluppa la sua magistrale e profonda riflessione sui polizzani emigrati in America, in realtà quale espediente per dire di tutta l’emigrazione tout court.

Proprio dei festeggiamenti di questi Dinner Gala Dance che anche lui visse e presiedette dall’alto del suo osservatorio di Presidente onorario, ne descrisse ogni momento fissandone per sempre il senso che, puntualmente ogni anno, si ripete e si rinnova: “Non che i miei conterranei siano golosi, o addirittura voraci… nel lungo stare a tavola trovano un sentimento di riposo, d’essere finalmente nel loro errare giunti; è sazietà dell’anima più che del corpo”.

Un grazie a Vincenzo Armano e Gianni Di Gangi, anime e corpo, insieme a tanti altri, della Società Polizzi Generosa i quali, invitandomi, mi hanno consentito di allargare la mente e riscaldare il cuore.

La fedele riproduzione in argento del gelsomino che tiene in mano la statua di San Gandolfo dell’eremo, benedetta dal Vescovo nella solennità di domenica scorsa 17 settembre e donata a nome di tutta la comunità alla Società di Polizzi, sia segno del vincolo fraterno che lega indissolubilmente la grande famiglia di polizzani di qua e di là dell’Oceano.

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