Due eventi partecipati hanno caratterizzato a Castelbuono I’interesse per il dialetto siciliano e la parlata
castelbuonese. Nelle giornate di febbraio, dedicate a Giuseppe Mazzola Barreca, si sono svolti due interessanti incontri presso la chiesa dell’Itria e la Biblioteca comunale, a cura delle Associazioni Padre Lorenzo Marzullo e Auser che hanno ospitato I’iniziativa di Giovanni Tumminello, autore del breve testo “La voce del dialetto”.
I relatori sono stati Gioacchino Cannizzaro, per il dialetto siciliano e la parlata castelbuonese, e Martino Spallino per le Opere dialettali del poeta castelbuonese Giuseppe Mazzala Barreca, con la collaborazione di Vincenzo Vignieri e le letture di Mario Gugliuzza.
Si è parlato del dialetto della sua importanza per la cultura del territorio, segno d’identità, di tradizioni, storia e memoria, patrimonio da valorizzare e non disperdere.
Ne è scaturito che è proprio il dialetto il legame del tempo che tiene strette parole e modi di dire, proverbi e suoni, racconti per un linguaggio ponte tra il presente e il passato. La parola si fa dialogo per sentire e recuperare un mondo che non deve essere dimenticato. Il dialetto, capace con il suo fascino di attravesare la bellezza dei
borghi madoniti.
Forte è partito il messaggio che le istituzioni debbono promuovere ogni atto al fine di tutelare questa grande ricchezza che certamente può indirizzarci ad un modo di vivere più autentico.
Il dialetto deve accompagnare una politica che abbraccia con le sue parole antichi saperi rivelatori di storia locale, utilizzabili anche per un turismo rurale all’intemo del quale trovano posto voci, canti,detti, poesie.
La cultura dei castelli può rivelarsi veicolo culturale dei territori. Anche in questo caso il dialetto è capace di tenerla in vita. Patrimonio da non disperdere anche creando una rete del dialetto siciliano nelle parlate madonite può legare la memoria e la storia dei luoghi. Sull’argomento il sindaco di Castelbuono Mario Cicero ha mostrato interesse invitando l’autore Tumminello a parlarne ed approfondire l’interessante argomento.
Certarnente la scuola non può tenersi assente dalla cultura del dialetto siciliano e delle sue parlate locali. La legge regionale cui fare riferimento è la n.9 del 2011, che deve essere un punto di partenza per portare nel corse degli studi a vari livelli il dialetto.
“la lingua chi si parra o mà paisi
èni lu sciuri di lu sicilianu”
Da “Lu mè dialettu”
di Enrico Bertola Gambaro
poeta castelbuonese
Testo “Vuci di lu me dialettu”
PUISII – introduzione di Alfredo La Grua 1945
Tip. Fratelli Spagnolo – Enna