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Il senso dell’onestà deontologica nella comunità castelbuonese: la testimonianza di una chiavetta USB

Sono una chiavetta USB e vorrei raccontarvi cosa mi è accaduto poco tempo fa, che secondo me potrebbe delineare e suffragare il grado di rettitudine di una comunità paesana.

Due sere fa mi trovano nella tasca del mio proprietario, che, in un momento di distrazione, tirando fuori un fazzoletto di carta, mi ha fatto cadere sul pavimento di piazza Margherita, al centro della cittadina di Castelbuono. Poco dopo pur essendo piccolina e di colore nero, la manina di una bimbetta mi ha raccolto e mi ha trasferita nella mano del suo papà: chiaramente non mi prestavo come giocattolo. Il buon uomo mi ha subito riconosciuta per il mio intrinseco servizio nel mondo del digitale, mi ha delicatamente conservata e il mattino seguente mi ha portato all’ufficio delle guardie comunali di via Sant’Anna. Questo è stato il primo atto di senso civico e di rispetto nei miei riguardi: sarei potuta finire nel secchio dell’indifferenziata di casa o buttata entro il chiusino di una strada e invece … eccomi in buone mani per un possibile ricongiungimento con il mio possessore, che sicuramente mi stava cercando con angoscia.

Mi trovai così tra le mani di una graziosa, giovane vigilessa, che, senza esitare, iniziò a chiedersi chi potesse essere quel possessore: un concittadino già in ansia? Un turista di passaggio ancora ignaro della mia perdita?  Occorreva indagare… ecco il secondo atto di rispetto nei confronti dei contenuti nella mia memoria. L’unica possibilità per dare risposta al quesito era di “entrare” nella mia memoria “aprendo” i vari documenti lì immagazzinati e rintracciare qualche elemento sui connotati del proprietario. Ebbene, grazie alle giovani mani esperte, la ricerca digitale diede presto i suoi frutti, perché in un file in pdf erano riprodotti i dati della carta d’identità … A. M. M., con tanto di fotografia e il cognome di una famiglia di origine castelbuonese. Avrei voluto parlare per congratularmi per la professionalità indagatoria. 

Ma non finisce qui… perché nel frattempo passa dalla stanza dello staff della polizia urbana il signor Sindaco, che, forse per curiosità, si sofferma un attimo, entra nel merito e guardando lo schermo riconosce il volto di quella fotografia: “Chiamatelo pure, ecco il suo numero di cellulare”.  Ecco il terzo atto di rispettosa comprensione di quel ritrovamento, attuato in perfetta sinergia!

“Buon giorno, signor A. M. M., chiamo dal Corpo della polizia urbana. Per caso recentemente lei ha perduto una chiavetta USB?”

“Sì, la sto cercando disperatamente… è una Samsung da 16 GB… Per me è preziosa…”

“Stia tranquillo. E’ qui. Se vuole, la possiamo consegnare a breve”.

E così ci fu l’ultimo passaggio di mano, da quella della giovane vigilessa a quella del mio proprietario, che tutto contento, con l’altra mano inviava un caloroso bacio di ringraziamento verso l’auto della polizia urbana.

Ora sono felicemente connessa alla porta USB del mio amico PC, col quale non finiamo di meravigliarci per il profondo senso di onestà deontologica che si respira tra tanta bella gente. Grazie, Castelbuono!

Lettera pervenuta in Redazione il 26 agosto 2025… nella foto sono io in primo piano

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