Le nostre aziende alimentari sfidano i dazi e portano le eccellenze tricolori nel mercato d’Oltreoceano. La sartoria pugliese sceglie il Sol Levante. De Bortoli indaga il lato oscuro delle tariffe
Dazi alti, dazi bassi? Vada come vada, l’introduzione delle barriere tariffarie da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sarà un problema anche e soprattutto per gli Stati Uniti stessi.
L’economia americana già rallenta, il deficit commerciale aumenta, il dollaro resta debole. Mentre per l’Europa si profila un altro rischio: quello che, in conseguenza della politica di Washington, le esportazioni dalla Cina verso gli States vengano dirottate qui, con il conseguente incremento di merci del Dragone nel Vecchio Continente. Scenario complicato e sempre incerto. Perciò, per le imprese europee che vogliano mantenersi competitive, la strada è una: diversificazione, flessibilità.
L’analisi è di Ferruccio de Bortoli che sull’Economia del Corriere della Sera, in edicola domani con il quotidiano, approfondisce l’«effetto America» sull’economia mondiale.
«Il periodo di sospensione, per il grosso delle misure tariffarie care a Donald Trump, scadrà il 9 luglio, ma la Casa Bianca appare disponibile a un rinvio — scrive de Bortoli —. Se le trattative con l’Europa si concludessero su un livello del 10%, dovremmo considerare il compromesso un successo». Detto ciò, «tutte le analisi concordano sul fatto che i dazi finiranno per colpire di più l’economia americana di quelle dei partner commerciali». Anche per questo, probabilmente, scrive de Bortoli citando l’economista Mario Baldassarri, «Trump avrebbe avuto più vantaggi nel non fare niente ed esercitare, invece, tutto il proprio peso politico nel riaffermare la centralità del dollaro nell’architettura finanziaria mondiale, premendo sui Paesi amici affinché sottoscrivano titoli di Stato americani».
E la Cina che c’entra? In una prospettiva di svalutazione dello yuan, scrive de Bortoli, «l’Europa deve guardarsi anche dalla possibilità che una parte delle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti venga dirottata nel Vecchio Continente. Una minaccia forse più concreta dei dazi di Trump».
La copertina
La copertina di questa settimana è dedicata ai fratelli Enrico e Nicola Drago: i figli di Marco sono la quarta generazione in De Agostini, salgono ai vertici del gruppo di Novara che rilancia con il Lotto e gli investimenti nelle aziende ad alte potenzialità. «L’armonia della famiglia è importante per creare valore», dicono.
Fra i personaggi dell’Economia del Corriere c’è anche un altro Nicola, Fiasconaro. L’imprenditore siciliano del panettone annuncia l’apertura a manager esterni e il rafforzamento negli Stati Uniti.
Dall’America vuole invece sganciarsi Walter Renna, ceo di Fastweb+Vodafone, che dichiara: «Ci stiamo posizionando per raggiungere un’indipendenza tecnologica dei grandi blocchi Usa-Cina».
Come ogni ultimo lunedì del mese torna L’Innovazione, 16 pagine su digitale, intelligenza artificiale e scienza. Si approfondisce il rapporto tra musica, pop e Ai: lo spiega il producer e pianista Dardust, autore di successi per i grandi artisti italiani. Ma si parla anche di energia nucleare, spazio e sport.
Nella sezione Risparmio trovate l’ultima indagine sui costi dei conti correnti: salgono le spese per quelli online.
(Da corriere.it)