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LA SEGNALAZIONE. “Contributi” spropositati per l’utilizzo dell’Auditorium Crucis a Castelbuono

Quelle che vedete in foto sono le nuove tariffe, anzi mi hanno sottolineato di chiamarli “contributi”, decisi dalla chiesa, che da quest’anno è tornata a gestire l’immobile “Auditorium Crucis” ex Chiesa del Crocifisso.
Da quello che potete leggere e che si può leggere sul regolamento generale, le tariffe non solo sono aumentate rispetto alla passata gestione a cura del Centropolis, che negli anni ha svolto un lavoro egregio, ma non comprendono nessun diritto sull’uso dell’immobile.

Mi spiego meglio: per una settimana, un’associazione culturale senza scopo di lucro, non solo dovrebbe pagare 330 euro, ma dovrebbe assumersi responsabilità civili e penali su eventuali danni a cose e persone, oneri di pulizia, guardiania, pagare il 50% anticipatamente, sottostare ad orari prestabiliti, non poter disporre delle attrezzature (per quelle, fosse anche solo il proiettore si dovrebbero pagare 120 euro in più). Ma non finisce qui. Qualora volessimo usare l’attrezzatura oltre a pagare la quota, dovremmo anche pagare… il fonico a parte. Un regolamento che non tiene assolutamente in considerazione le esigenze dei singoli eventi.

Ma la cosa più oltraggiosa è che nonostante le varie richieste di incontro per poter discuterne in modo da trovare un possibile accordo, mi è stato testualmente risposto di smetterla di provare a trovare deroghe e di fare richieste che escano fuori dal regolamento, chiudendo di fatto le porte ad un eventuale colloquio.

Purtroppo, e mi dispiace dirlo, la chiesa perde ancora un’occasione per scendere al fianco della gente, delle associazioni e della cultura, cosa che invece questa Amministrazione e il Centropolis hanno fatto con grande senso di responsabilità.

Ritengo che questo sia un argomento molto serio da dover affrontare, soprattutto per il fatto che parliamo di una struttura e di attrezzature finanziate dalla comunità europea.

Francesco Licciardi

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