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Parigi 2024, la favola di Myriam Sylla: dai cannoli di Ballarò al tetto del mondo. La pallavolo italiana femminile è medaglia d’oro olimpica

L’incredibile viaggio della campionessa di volley, nata a Palermo da genitori ivoriani

Una delle stelle, fra le vere protagoniste dell’impresa parigina. Myriam Sylla, nell’organico dell’Italvolley azzurro che ha conquistato l’oro olimpico sconfiggendo gli Stati Uniti in finale, ha profonde radici a Palermo.

Nata da genitori ivoriani, la sua infanzia è stata segnata dal legame con il capoluogo siciliano, dove ha vissuto i primi anni di vita. È cresciuta tra i profumi del bar di via Maqueda, gestito da quelli che considera “nonni”, Paolo Genduso e Maria Rosaria Esposito, che ancora oggi abitano nel quartiere Ballarò.

La famiglia Sylla è stata accolta con affetto dalla coppia palermitana, creando un legame che Myriam ha sempre mantenuto. Prima di trasferirsi in provincia di Lecco, a soli 5 anni, la piccola Myriam passava le giornate a Mondello, parlava in dialetto ed era golosissima di gelati e cannoli.

Anche dopo il trasferimento, Palermo è rimasta il punto di riferimento per le vacanze estive fino all’adolescenza. In quegli anni che Myriam ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della pallavolo. Myriam oggi rappresenta non solo il talento sportivo, ma anche l’integrazione e l’accoglienza di una città che l’ha vista crescere. E che orgoglio, quando anche il Presidente Sergio Mattarella l’ha definita una “sua concittadina”.

In coda a questa incredibile storia di Myriam Sylla mi piace ricordare da dove è partito il mio amore per la pallavolo. Correva l’anno 1980, ero giovane apprendista giornalista, e proprio quell’anno sono stato incaricato di occuparmi dell’ufficio stampa del Comitato regionale siciliano della federvolley, guidato da Nicola Catalano, un eccezionale e lungimirante dirigente trapanese che da lì a poco divenne presidente nazionale della pallavolo. Ho trascorso due anni nei locali di via Goethe dove riuscimmo a far nascere “Volley”, il primo settimanale nazionale di pallavolo, a far decollare questo sport verso traguardi prima impensabili.

Alla conquista del terzo e decisivo set, quello che ha consegnato alla nazionale italiana la medaglia d’oro olimpica, il mio pensiero è andato a quegli straordinari anni. Improvvisamente sono tornato indietro nel tempo a 44 anni fa quando il mio amore per la pallavolo è nato proprio lì, in via Gothe a Palermo. E tutto questo mente una lacrima di gioia solcava il mio viso. Che bello piangere di gioia. Viva la pallavolo italiana.

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