Saverio Tommasi, giornalista e Presidente di Sheep Italia (Onlus fondata nel 2019 che opera nel campo dei diritti umani) ha scritto e commentato sul caso della nave da crociera rimasta in avaria a Ponza, quanto segue.
“Ieri sera, nei telegiornali italiani, è andato in scena l’assurdo. Titoli lunghi, servizi lunghi, interviste preoccupate. Il grande caso del giorno: una nave da crociera al largo di Ponza. Una nave che, causa un problema tecnico, ha avuto qualche ora di black-out elettrico. Niente aria condizionata, addirittura le docce non funzionavano. Ma c’erano le piscine, c’erano i ponti su cui prendere il sole, c’erano le cabine con finestre sul Mediterraneo. E c’era soprattutto la Guardia Costiera italiana, che prontamente è intervenuta, in gran formazione, e ha scortato la nave in sicurezza fino al porto di Napoli. Com’è giusto che sia.
Ed ecco la domanda che mi taglia la gola: dove è la Guardia Costiera quando a chiamare non è una nave da crociera, ma una barca di legno marcio che imbarca acqua con decine di persone sopra? Dove sono le motovedette, dove sono i TG, dove sono i droni quando arriva un mayday e a bordo ci sono donne, bambini, persone naufraghe?
Noi, come TOM – Tutti gli Occhi sul Mediterraneo, lo sappiamo bene. Sappiamo quante volte i soccorritori sono stati bloccati, mentre i burocrati decidevano a tavolino se valesse la pena salvare quelle vite, se toccava all’Italia o se dovevano essere rispediti nei campi di tortura.
Ieri, nelle stesse ore, la cosiddetta Guardia Costiera libica ha sparato contro una nave da soccorso. Nessuna indignazione nazionale. Nessun Ministro degli Interni in conferenza stampa.
È una guerra deliberata contro la solidarietà. E l’Italia non solo non dice nulla, ma è complice di questo disastro, legata mani e piedi alla Libia.
E allora sì, indigniamoci. Ma non per i disagi del lusso in crociera. Indigniamoci per chi viene lasciato morire ogni giorno nel nostro mare, mentre sale la preoccupazione del minibar fuori uso al TG.
Indigniamoci per la gerarchia del valore umano.
Chi ha pagato il biglietto per la crociera merita soccorso immediato. Chi ha pagato coi risparmi di una vita per fuggire dalla guerra, almeno – io credo – altrettanto.
E finché avremo voce, finché avremo fiato, lo urleremo fortissimo. Tra pochi giorni torneremo in mare.“