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Democratici per Castelbuono, 25 aprile: c’era una volta…

La Festa della Liberazione, come venne chiamata al suo nascere nel decreto legislativo n. 185 del 22 aprile 1946 (“Disposizioni in materia di ricorrenze festive”) dove recita l’articolo 1 : “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”, non è più quella di una volta.

Una volta aver contribuito, con il proprio corpo, con la propria passione, in nome dei propri ideali, a liberare l’Italia dal fascismo era motivo di orgoglio e gli italiani riconoscevano nei Partigiani degli eroi a cui tributare eterna riconoscenza.

Oggi… Beh, oggi bisogna specificare, spiegare, puntualizzare, come fa la nostra premier Giorgia Meloni nella lettera pubblicata sul Corriere della Sera:

“Nel gestire quella difficile transizione, che aveva già conosciuto un passaggio significativo con l’amnistia voluta dall’allora ministro della Giustizia Togliatti, i costituenti affidarono dunque alla forza stessa della democrazia e della sua realizzazione negli anni il compito di includere nella nuova cornice anche chi aveva combattuto tra gli sconfitti e quella maggioranza di italiani che aveva avuto verso il fascismo un atteggiamento «passivo»”.
(…)
“Specularmente, chi dal processo costituente era rimasto escluso per ovvie ragioni storiche, si impegnò a traghettare milioni di italiani nella nuova repubblica parlamentare, dando forma alla destra democratica. Una famiglia che negli anni ha saputo allargarsi, coinvolgendo tra le proprie fila anche esponenti di culture politiche, come quella cattolica o liberale, che avevano avversato il regime fascista”.

Quindi, oggi la Festa della Liberazione dovrebbe includere tra i suoi eroi coloro che “dal processo costituente era rimasto escluso per ovvie ragioni storiche” in nome di un traghettamento nella Repubblica di “milioni di italiani” che senza il Movimento Sociale, il partito “padre” di Fratelli d’Italia, non avrebbero partecipato alla vita parlamentare del paese.

Ma la Storia non si può cambiare: l’MSI nasce nel 1948 e non fa parte dei partiti “costituenti”, non partecipa alla scrittura della nostra, bellissima, Costituzione: qual è, quindi, il ruolo che oggi si vorrebbe rivendicare a coloro che i nostri Partigiani combatterono? Quanti di coloro che hanno il nome scolpito nelle lapidi della nostra Casa Comunale perché morti durante la Resistenza avrebbero aderito al Movimento Sociale Italiano?

Non tutte le destre sono uguali e il pensiero liberale, più che legittimamente da esse rappresentato, ha contribuito decisamente a fare l’Italia: il neofascismo è un’altra cosa.

Si potrebbe obiettare che Fratelli d’Italia è oggi il partito di maggioranza relativa in parlamento grazie a democraticissime elezioni. Vero, anche questo è un fatto.

Ma oggi è il 25 aprile, è la Festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, e dovremmo festeggiarlo coloro che sarebbero pronti a dare la vita per quella Libertà che non è minacciata solo dai regimi totalitaristi, ma soprattutto da quelle ideologie che interpretano il potere come esclusione dei più deboli, il ruolo parlamentare come vendetta sugli avversari, l’esercizio della legge come indebolimento dei diritti civili, la cultura solidarista come fardello, la violenza e la guerra come opzioni possibili, l’autorità come forma indiscutibile.

Buona Liberazione, si spera per tutti.

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