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Il Giubileo della comunicazione: lo scambio di battute tra il giornalista e nostro concittadino onorario Filippo Mulè e Papa Francesco

Il Giubileo del Mondo della Comunicazione, il primo dei grandi eventi organizzati per l’Anno Santo, era stato annunciato quale momento di “poter seminare la speranza per creare un mondo che ci porti in avanti nella verità”. Monsignor Fisichella aveva annunciato che “Questo Giubileo della Comunicazione è una esperienza umana universale: se si vive una esperienza in prima persona si è anche capaci di raccontarla agli altri nel migliore dei modi. Questo è lo scopo: i comunicatori sono i primi responsabili nel dover partecipare agli altri la positività, la bellezza e la spiritualità”. Peraltro Papa Francesco lo aveva spiegato con chiarezza nel Messaggio per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: “Il primo fondamentale passo per costruire una società accogliente, attenta all’ultimo e al bisognoso, è disarmare le parole, lasciare che la vita si racconti senza piegarla ai nostri interessi, non cedere alla tentazione di ridurre la realtà a slogan”.

E così, sabato 24 gennaio, dopo aver effettuato il pellegrinaggio alla Porta Santa della basilica di San Pietro, migliaia di operatori della comunicazione hanno incontrato Papa Francesco in Aula Paolo VI: egli, specificando che “Comunicare è uscire un po’ da sé stessi, per dare del mio all’altro. Saper comunicare è una grande saggezza”, ha affidato loro il mandato per raccontare la speranza (…”Il vostro storytelling sia anche hopetelling”) e vivere la professione come missione, invitandoli a mettersi “dalla parte degli emarginati” e ad “essere veri oltre a dire la verità”. E ancora: “Una comunicazione che sappia renderci compagni di strada di tanti nostri fratelli e sorelle”, che riaccenda “in loro la speranza in un tempo così travagliato”. Nel testo non letto l’appello per la liberazione dei giornalisti in prigione per il loro mestiere e la preghiera per quelli morti.

E’ chiaramente emerso il compito delicato dei comunicatori nel loro operare per le libertà civili con alto senso di responsabilità e di rispetto della dignità umana, nel trasferire informazioni ma cercando anche il dialogo, nel citare le fonti di origine della notizia per onestà intellettuale, nei molteplici e complessi campi d’azione compresi i dilaganti social media: sono indicazioni di comportamento in ambito professionale ma che ritengo debbano essere adottate un po’ da tutti noi, nel nostro piccolo, nei nostri rapporti sociali. Tutti elementi che convergono nel garantire uno Stato di diritto, ove la Carta Costituzionale prevede una informazione professionale seria e verificata secondo un mirato Codice deontologico.

In questa atmosfera “giubilare” della Sala Paolo VI è comunque spiccato il tocco della castelbuonesità: il nostro caro amico Filippo Mulè, cittadino onorario di Castelbuono, giornalista e direttore editoriale della nostra testata giornalistica, presente con la figlia Marta, anche lei giornalista, è stato invitato ad avvicinarsi al Santo Padre … ma qui mi taccio e do la parola allo stesso protagonista affinché ci parli dell’incontro “particolare” e delle emozioni che ha provato.

Mulè, visibilmente emozionato, ha dichiarato: “Incontrare Sua Santità, anche solo per un minuto, è stato straordinario. È bastato pronunciare il nome di Lampedusa per vedere i suoi occhi illuminarsi e capire quanto quel giorno sia stato uno dei più belli e significativi del suo apostolato”.

L’associazione Occhiblu ha avuto un ruolo di primo piano al Giubileo della Comunicazione, tenutosi a Roma lo scorso fine settimana. Durante l’evento, il presidente Filippo Mulè, accompagnato dalla figlia Marta, ha consegnato a Papa Francesco una barca realizzata dall’artista Franco Tuccio utilizzando il legno dei barconi dei migranti, simbolo di speranza e accoglienza.

L’omaggio era stato assegnato nel corso dell’edizione 2023 del Festival, quando l’associazione aveva ricordato – a dieci anni di distanza – il primo pellegrinaggio del Pontefice a Lampedusa. In quell’occasione, un video-ricordo era stato presentato alla presenza di Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero della Comunicazione per la Santa Sede. Sull’opera consegnata a Papa Francesco, una dedica recita: “A Papa Francesco nel decennale della visita e del messaggio contro la ‘globalizzazione dell’indifferenza’”.

Ringraziamo l’amico Filippo Mulè per questa bella testimonianza, augurando ancora buon lavoro per perfezionare il Premio giornalistico internazionale Cristiana Matano “Lampedus’Amore” .

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il giornale di Castelbuono e oltre

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