Skip to content
Aggiornato al
Aggiornato al

Migranti, ancora un tragico naufragio nel Mediterraneo

Un barcone è affondato nelle acque al largo di Lampedusa, in area Sar tunisina-maltese. Il bilancio è di almeno un morto, una donna, e 5 dispersi. Altre 87 persone sono state tratte in salvo da un peschereccio tunisino e poi portate stamattina sulla maggiore delle isole Pelagie da una motovedetta della Guardia costiera italiana

È di almeno un morto, una donna, e 5 dispersi il bilancio dell’ennesimo naufragio di un barcone carico di migranti avvenuto a largo di Lampedusa. Altre 87 persone sono state tratte in salvo da un peschereccio tunisino e poi portate stamattina sulla maggiore delle isole Pelagie da una motovedetta della Guardia costiera italiana. Secondo una prima ricostruzione, basata sulle testimonianze dei superstiti, la donna è annegata nella notte a circa 45 miglia dalla costa, in area Sar tunisina-maltese.

Il percorso dalla Tunisia

I migranti, originari di Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Senegal e Sudan, hanno riferito di essere partiti ieri notte da La Louza, in Tunisia, con un barcone di metallo di circa 12 metri, pagando da mille a 2 mila dinari a testa. Ora sono stati trasferiti all’hotspot di contrada Imbriacola: tra loro ci sono 23 donne e 10 minorenni. Il cadavere della vittima è stato portato alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana.

La rotta migratoria più mortale al mondo

L’operazione della Guardia costiera è scattata stanotte quando è arrivata la segnalazione, fatta dall’equipaggio del peschereccio tunisino, di un barcone carico di migranti che stava affondando. Quella delle ultime ore è solo l’ultima di una lunga serie di tragedie nel Mediterraneo centrale, la cui rotta migratoria si conferma drammaticamente come la più mortale al mondo. Al 21 giugno, risultavano almeno 255 i morti e 284 i dispersi dall’inizio dell’anno, secondo un bilancio fornito dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in Libia. Recentemente proprio le Nazioni Unite hanno ancora una volta denunciato «pratiche di traffico sempre più pericolose, capacità di soccorso limitate e crescenti restrizioni alle operazioni umanitarie» in quel tratto di Mediterraneo, chiedendo «alla comunità internazionale di intensificare le operazioni di ricerca e soccorso e di garantire uno sbarco sicuro dei sopravvissuti».

Condividi

il giornale di Castelbuono e oltre

Il giornale di Castelbuono e oltre